
E' strano che il retweet non sia molto diffuso in Italia, vista e considerata la tendenza italiana a costituire élite e a ingraziarsele in tutti i modi possibili, anche su Twitter e nella blogosfera in generale. Del resto, questa mancanza di diffusione può derivare anche dal numero relativamente ridotto di utenti che utilizzano client esterni di Twitter, che rendono il retweet facile come schiacchiare un apposito tasto.
Insieme ai reply, il retweet è la forma più immediata per procurarsi nuovi amici interessanti o interessati ai nostri stessi temi. Ed è anche, usata con le dovute cautele, un modo per informare o intrattenere i nostri follower. E' una macchina estremamente semplice ma, se posta in esecuzione per il giusto argomento e al momento opportuno, può dare dei risultati in termini di viralità per link che pochissimi effettivi strumenti di social bookmarking possono vantare, e forse nessuno. Ed è anche questo uno dei motivi per cui amiamo Twitter: a fronte di un'apparente immobilità, e di una estremizzazione della sua semplicità formale, gli usi che se ne possono fare non solo variano molto nel corso del tempo, ma i suoi stessi utenti se ne costruiscono sempre di nuovi.
Un utente Twitter ne ha fatto l'anima del suo commercio da microblogger, riportando nel suo flusso di post solo quelli che sono stati maggiormente re-twittati. Consigliamo a tutti i lettori a caccia dell'ultima novità di grido di concedere un follow a questo folle.
